Quante
volte è capitato che il capo chieda all'improvviso agli operai
di trattenersi oltre l'orario di lavoro per affrontare le
emergenze? Quante volte è capitato che il lavoro si sia
protratto oltre le ore di straordinario concedibile e si è
lavorato gratis? Il tutto rientrava in un sistema di mutua
collaborazione che l'effetto Brunetta(nella foto) rischia
d'inficiare con gravi ripercussioni per l'efficienza del
servizio e la qualità di vita nel posto di lavoro. Oggi si
rischia di perdere il lavoro per aver fatto timbrare il
cartellino ad un collega con l'intento di arrivare in tempo a
prendere il treno per tornare a casa, è successo a Genova, sono
otto ferrovieri: i sette che hanno consegnato il documento
personale più il collega che ha provveduto alla timbratura. «Un
provvedimento disciplinare sproporzionato, che abbiamo già
impegnato in sede legale - accusa il sindacato - Colpa
dell´effetto Brunetta, la punizione a tutti i costi dei
lavoratori, al di là delle loro responsabilità». Ma le Ferrovie
non ci stanno: «La grave violazione accertata - si difendono i
responsabili della società - rappresenta una palese rottura del
rapporto di fiducia che deve necessariamente intercorrere tra
datore di lavoro e dipendente».I fatti risalgono a un mese fa.
Protagonisti otto dipendenti del magazzino di Trenitalia di
piazza Giusti a S. Fruttuoso, officina addetta alla manutenzione
dei locomotori. La "timbratura fantasma" è scoperta dal
responsabile del servizio al termine di un periodo di lavoro
straordinario dei dipendenti. Immediata la contestazione
dell´irregolarità e la conseguente apertura della procedura per
la sanzione. Cinque giorni fa, alla conclusione della procedura
prevista dal contratto nazionale, gli otto ferrovieri hanno
ricevuto le lettere di licenziamento.
Nessuno vuole negare l´esistenza dell´infrazione ma da
qui ad arrivare al licenziamento c´è una bella differenza. Per
fatti di questo genere si può arrivare al massimo alla
sospensione dal lavoro per alcune giornate, esagerando magari
per una settimana[n.d.r.]
Gli operai licenziati si difendono sostenendo che la loro
è stata una leggerezza, non certo il tentativo di truffare le
Ferrovie aumentando il periodo di straordinario. «In realtà -
hanno spiegato davanti alla commissione disciplinare - il
periodo di straordinario era finito al momento della consegna
del locomotore revisionato. A quel punto volevamo solo
guadagnare un po´ di tempo per riuscire a prendere un treno che
ci riportasse a casa al più presto. Così, per evitare di
attraversare due volte i binari della stazione di Brignole per
andare a fare la doccia e poi tornare a timbrare, abbiamo
chiesto al collega di farlo per tutti».
Che
il licenziamento sia la conseguenza di un giro di vite
disciplinare lo ammettono le stesse Ferrovie: «È la linea
dettata dal management delle Ferrovie dello Stato cui fa capo
Mauro Moretti (nella Foto) - afferma un comunicato del gruppo -
ad aver imposto il massimo rigore nei confronti di coloro che
vengono meno ai principi etici e ai fondamentali doveri sanciti
dal contratto». Un´esagerazione dettata dalla linea dura del
ministro, la definiscono i colleghi. «Tanto è vero che le
Ferrovie non hanno accusato i ferrovieri di truffa o reati del
genere, ma solo di "rottura del rapporto di fiducia". Appare
decisamente anomala come motivazione per giustificare dei
licenziamenti in tronco».
Il
caso assume un eco nazionale e il governo si divide fra il
giustizialismo di Brunetta e il buonismo del sottosegretario con
delega alla famiglia -Carlo Giovanardi- (nella foto): «Siamo di
fronte a fatti inaccettabili, l’azienda ritiri quelle lettere»
Giovanardi definisce «gravi» e «arbitrari» i provvedimenti
decisi dall’azienda dei treni. E mentre i sindacati si dividono
tra posizioni più o meno rigide nell’affrontare il tema dei
ricorsi, dal mondo dei binari arriva la notizia di altri due
casi in cui l’“effetto Brunetta” si sarebbe coniugato: si tratta
del lavoratore di un’impresa di pulizie attiva a Genova,
licenziato per essersi messo in malattia per troppi giorni, e di
una ragazza intenzionata a denunciare la stessa azienda per
mobbing dopo aver ricevuto una sospensione di 30 giorni a
seguito di un controllo anti-assenteismo.
La presa di posizione di Giovanardi è netta, ed è la
prima di questo tenore assunta da un esponente del governo
contro la politica intrapresa dall’esecutivo nei confronti dei
“fannulloni”. «Se è vera la vostra ricostruzione delle
motivazioni che hanno portato a questi licenziamenti, dico che
non hanno nessuna giustificazione - dichiara il sottosegretario
- inoltre si inseriscono in un dibattito di per sé serio, quello
della produttività del lavoro di statali e lavoratori del
privato, elementi di irrazionalità e arbitrio talmente gravi da
rischiare, come spesso succede in Italia, di ottenere effetti
controproducenti». «Oltretutto - prosegue Giovanardi -
licenziare in tronco lavoratori con mogli e figli a carico può
essere una misura inevitabile e giusta solo se diventa l’estrema
conseguenza a richiami per comportamenti non corretti. Se questi
lavoratori non avevano precedenti, siamo di fronte a
provvedimenti inaccettabili». Tutti i sindacati chiedono un
incontro urgente con l’azienda, altrimenti dichiareranno uno
stato di agitazione. Grande attesa c’è per le risposte che la
società sta elaborando per la settimana prossima.
Intanto a Genova s'innesca un pericoloso effetto domino
causato da una dirigenza che pensa di essere stata autorizzata
dal Ministro Brunetta a dare inizio all'olocausto dei
ferrovieri: richieste di rimborsi anche da 7 mila euro per
infortuni non riconosciuti dall'azienda, licenziamento di
personale che avrebbe superato i 180 giorni di malattia, una
dipendente della ditta appaltatrice del servizio di pulizie è
stata licenziata perché non trovata sul posto di lavoro a un
controllo, La dipendente ha spiegato di essere rimasta chiusa da
alcune porte in una delle stazioni assegnate, e ha avvisato del
ritardo col quale sarebbe arrivata nel successivo punto affidato
per la pulizia (un’altra stazione nel ponente genovese). I suoi
superiori non hanno voluto sentire ragioni, e nei suoi confronti
è scattato un provvedimento di sospensione dal lavoro di un
mese, nell’attesa del ritorno della responsabile che dovrà
decidere del suo caso. La dipendente è in attesa di un incontro
fissato per settembre, ma sembra intenzionata a denunciare per
mobbing i datori di lavoro.
Cari colleghi, il momento è triste, i vertici ferroviari
aspettavano da anni un governo che li autorizzasse a fare carne
da macello di lavoratori giudicati privilegiati solo perchè
negli anni hanno saputo ottenere i dovuti diritti con la lotta
frontale. Di questo passo si rischia di perdere in breve tempo
le conquiste ottenute con anni di aspro conflitto, il tempo del
qualunquismo generalizzato è finito, le tragedie non capitano
solo agli altri, il caso Genova potrebbe segnare l'inizio del
ritorno al caporalato, bisogna compattarsi nella lotta per
riequlibrare le sorti dell'eterno conflitto capitale/lavoro che
al momento vede stravincere la controparte. |