
Il
costo del lavoro – scrive il responsabile della società, Tiziano
Minuti – è aumentato di oltre il 25 %. Abbiamo ridotto tutti i
costi. I salari sono doppi rispetto a quelli previsti dal
contratto nazionale. Nel 2012, ricavi inferiori di 8 milioni
rispetto all’anno precedente. Il percorso è obbligato.
Confidiamo nel senso di responsabilità delle organizzazioni
sindacali”
Sciopero agli imbarcaderi, parte terza. Domani va in scena la
terza puntata di una storia che sembra non avere sbocchi. Dopo
le tante rivendicazioni di lavoratori e sindacati, in seguito
alle decisioni della società di traghettamento, ora è proprio la
Caronte e Tourist a far sentire le proprie ragioni.
“La crisi globale – scrive il responsabile dell’ufficio
personale e affari generali, Tiziano Minuti - si e
inevitabilmente proiettata su servizi e terziario, aggravando un
quadro che nel nostro caso era già complesso e complicato. Da
armi, ormai, il mercato del traghettamento sullo Stretto di
Messina presenta un calo costante e irreversibile”.
Minuti fornisce i numeri del traghettamento: “Nel 2002
transitavano da e per la Sicilia 2 milioni e 200mila autovetture
e 720mila mezzi commerciali; nel 2011 le autovetture sono
diventate 1 milione e 800mila e i mezzi commerciali 500mila. Il
prezzo del carburante è cresciuto in maniera esponenziale. Dal
2006, poi, è attivo l’approdo di Tremestieri con la conseguente
differenziazione del traffico. Se prima le navi potevano
viaggiare con un carico promiscuo e dunque saturare il più
possibile la capacità di stiva, da quella data ciascuna nave per
ogni singola tratta ha trasportato solo auto o solo camion. E’
evidente che - a parità di traffico - per mantenere adeguata
l’offerta si e dovuto aumentare il numero di navi in linea e
conseguentemente quello degli equipaggi. Dalla fine del 2009,
infine, i benefici contributivi previsti per la aziende del
settore del traghettamento sono stati abrogati, con il risultato
che il costo del lavoro è aumentato di oltre il 25 % senza che
ai marittimi ne sia rivenuto neppure un euro in più in busta
paga”.
“Stiamo operando ormai da anni – prosegue il rappresentante
della società - per una riduzione dei costi, di tutti i costi,
almeno di quelli endogeni, sui quali cioè abbiamo margini di
manovra. Oggi il costo del lavoro di Caronte & Tourist, anche in
ragione di una contrattazione integrativa sedimentata per
decenni e tale da far sì che i salari siano sostanzialmente
doppi rispetto a quelli previsti dal contratto nazionale, non è
più compatibile con la struttura dei ricavi. Per il 2012 questi
ultimi saranno inferiori a quelli dell'anno precedente di oltre
8 milioni di euro. E’ evidente che la leva tariffaria non può
più essere utilizzata in termini di compensazione. Per una
ripresa economica, bisogna invece intervenire urgentemente sul
costo del lavoro, come sta facendo la massima parte delle
imprese italiane”.
Minuti ribadisce allora le soluzioni: “Per questo abbiamo
comunicato alle Organizzazioni Sindacali la necessità di
tagliare il costo complessivo del lavoro di almeno il 25 %,
proponendo tuttavia l'a|ternativa tra un taglio globale del
monte salari (che, comunque, rimarrebbero sempre ben superiori a
quelli del contratto nazionale) e una tastiera ampia e variegata
di soluzioni di ricollocazione del personale marittimo che
risulterebbe in esubero, sia all'interno che all'esterno della
società, e dichiarandoci aperti anche a soluzioni alternative
che consegua no lo stesso risultato economico. E' un percorso
arduo e accidentato, ma obbligato. Il nostro intento è di
effettuarlo tentando l’intesa con chi ha il compito di
rappresentare gli interessi del lavoro dipendente. Abbiamo avuto
modo - anche nel recente passato - di verificare la concretezza
e il senso di responsabilità delle Organizzazioni Sindacali con
le quali interloquiamo. Confìdiamo che anche stavolta il
confronto sia foriero di risultati proficui”. |
VERTENZA Caronte&Tourist
COMUNICATO DEL 8 OTTOBRE 2012
Apprendiamo
dalla stampa la posizione di Caronte&Tourist esternata per voce
del rappresentante aziendale Tiziano Minuti e sentiamo il dovere
di precisare quanto segue:
• E’ offensivo nei confronti dei lavoratori dichiarare
sommariamente che in Caronte&Tourist “I salari sono doppi
rispetto a quelli previsti dal contratto nazionale”, L’azienda
sa bene che nel settore marittimo la parte economica dettata dal
CCNL è “elemento di indirizzo” che va necessariamente completato
e adattato al territorio con le contrattazioni integrative.
Minuti sa benissimo che i salari dei marittimi Caronte&Tourist
non sono superiori ai salari riconosciuti dai “competitori” che
operano nello Stretto; ad esclusione della neonata Blu-ferries
che dovrà necessariamente aprire la contrattazione integrativa
per eliminare la bruttura di marittimi che per guadagnare più i
1000 euro al mese devono accettare orari di lavoro oltre la
norma e non ricevono adeguata indennità di panatica nonostante
l’assenza di mense a bordo.
• Nell’analisi economica dell’azienda non vediamo le effettive
perdite di capitale investito, Minuti accenna al calo del
trasportato ma non parla di operazione in perdita, si evince che
Caronte&Tourist lamenta una diminuzione del profitto
programmato, ben diverso dalle perdite di capitale investito
patito da altre aziende in preda alla crisi. Se per una volta
l’azienda Caronte&Tourist ricava “900” invece di “1000” non può
chiedere ai dipendenti di tagliarsi lo stipendio, la crisi è
crisi per tutti, ognuno deve rimetterci di suo e i lavoratori
hanno già dato.
• L’azienda dimentica con troppa leggerezza le agevolazioni
concessele negli anni a spese di lavoratori e utenza: Il
dimezzamento delle tabelle d’armamento in navi in cui non sono
state apportate migliorie tecnologiche, l’incremento
esponenziale del costo di attraversamento, più del doppio di
quanto necessario per recuperare l’aumento del carburante… Per
non parlare della viabilità cittadina asservita, a costo zero,
alle esigenze dell’armatore privato.
Se il richiamo al senso di responsabilità sindacale, evocato da
Tiziano Minuti, significa l’ennesima accettazione passiva del
diktat per tutelare oltremodo il profitto privato a spese dei
lavoratori dipendenti, sappia che all’esterno del tavolo di
trattativa ci sarà sempre l’OrSA a dar voce alla protesta dei
lavoratori.
Fine Comunicato
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