Mariano Massaro -
Consigliere Ente Autonomo Portuale Messina -
Oggetto: Punto Franco Messina
Il Punto Franco di Messina gode della
“citazione” nel Piano Regolatore del Porto ma l’interesse verso
questa concreta opportunità di sviluppo sembra inspiegabilmente
sopito. Considerata la crisi occupazionale che attraversa la
nostra città, non è più possibile trascurare un progetto che i
tecnici del settore stimano in 3000 posti di lavoro solo
nei primi tre anni.
Con tutto il rispetto e la mia personale
condivisione per la riqualificazione dell’affaccio a mare, credo
che eguale attenzione vada rivolta alla realizzazione del Punto
Franco di Messina, richiesto a gran voce dall’oriente e dai
paesi africani che mostrano grande interesse alla futura
fruizione di un porto libero da oneri doganali posizionato
strategicamente nel mediterraneo fra l’Europa e i paesi che vi
esportano la materia prima.
La stessa città di Trieste che con i propri
Punti Franchi non riesce a far fronte alle esigenze del mercato,
ha più volte auspicato la realizzazione del P.F. di Messina per
agevolare lo scambio commerciale e rendere l’Italia prima
piattaforma europea per il deposito, lo stoccaggio e la prima
lavorazione delle merci provenienti dall’oriente.
L’interesse proviene da ogni versante, ma,
come spesso accade, l’apatica Messina sonnecchia sperperando
tempo e risorse per alimentare effimeri contrasti
interistituzionali fitti di conflitti di competenze che
mantengono in stato di stallo ogni proposta di sviluppo e
crescita della città.
Nonostante il silenzio mediatico che vige
sul Punto Franco, molti messinesi attenti alle sorti della città
ne hanno colto l’importanza e si rivolgono perplessi al
sottoscritto per denunciare l’indifferenza delle istituzioni
interessate:
l’Avvocato Marco Marino, coinvolto
emotivamente ed a titolo gratuito nel progetto Punto Franco,
dopo le ricerche e i contatti intercossi con le ambasciate dei
paesi interessati all’esportazione via mare verso l’Europa, ha
redatto un interessante relazione (già inviata al dott. Gazzola
Gianfranco della China Shipping ed al Dott. dott. Scaramelli
della Maersk) che giro in allegato a dimostrazione del fatto che
Messina possiede le potenzialità umane e professionali per
invertire la rotta rispetto alle dinamiche che l’hanno resa
l’ultima città d’Italia.
Di fronte alle esigenze della città i
conflitti di competenza fra le pubbliche istituzioni vanno
superati senza mezzi termini, non importa chi sarà a realizzare
e gestire il Punto Franco la priorità sta nella realizzazione
stessa, da qualsiasi versante essa provenga, purché la gestione
resti pubblica e si eviti di trasferire altre risorse e aree
pregiate della città in mano a sedicenti imprenditori privati
che hanno ampiamente sfoggiato inettitudine in altri settori
ridicolizzando la città dopo essersi appropriati indegnamente
di risorse e beni immobili pagati con le tasse dei cittadini.
Nell’anticiparvi una prossima Conferenza
sulla potenzialità del Punto Franco, con la partecipazione
dell’Avvocato Marino e delle realtà produttive della città,
auspico un pronto riscontro alla presente.
Cordiali Saluti.
Messina
15 settembre 2008
Mariano Massaro
|
.......Il
documento "L'ISOLA DEL TESORO" della Confindustria Siciliana,
condiviso dal Presidente di Confindustria Luca Cordero di
Montezemolo (elaborato dalla struttura confindustriale regionale
con il contributo di "GRUPPI DI LAVORO" e del "CONTACT
GOVERNMENT" di Confindustria Sicilia nonché di esperti del mondo
economico, imprenditoriale e istituzionale) nel punto 3 del
documento fa riferimento al previsto aumento del traffico
mercantile mediterraneo. Il punto 3 dedicato alla logistica
sottolinea:''Nei prossimi cinque anni transiteranno nel
Mediterraneo 30 milioni di teus in più rispetto agli attuali
30/32 milioni e nel prossimo decennio il Far East disporrà di
oltre il 50% della capacità produttiva mondiale. Già nel 2006 il
solo export cinese raggiungerà il Giappone, circa 450 miliardi
di dollari. Negli ultimi due anni il traffico nel Canale di Suez
è aumentato del 19%. È la stessa localizzazione geografica della
Sicilia a renderla di importanza strategica per l'intera Europa.
Occorre puntare - in orizzonte 2010 - trasformare la Sicilia in
una piattaforma logistica integrata, capace di intercettare le
nuove merci containerizzate provenienti dall'Estremo Oriente,
«lavorarle» e rilanciarle verso il Nord Europa via treno o via
mare, quando non per aereo”.Tali dichiarazioni si aggiungono a
ciò che il prof. Victor Uckmar espresse in riferimento al Punto
Franco di Messina, riconoscendo “la posizione strategica di
Messina al centro del Mediterraneo”, durante la riunione
interministeriale tenutasi alla Presidenza del Consiglio il 27
maggio 2004:"Messina, punto strategico, Punto Franco
moltiplicatore d'imprese con speciale riferimento alle piccole e
medie che non sono in grado di approvvigionarsi direttamente
alla fonte, e insediate nelI’area del Punto Franco potranno
rifornirsi dei prodotti e della merce prelevandola al deposito
franco anche in quantitativi rapportati ad ogni singolo ciclo di
lavorazione e trasformazione liberi anche dal peso degli
anticipi degli oneri doganali, promuovendoli anche con la
Fiera di Messina ”. Del punto franco di Messina si
avvantaggerebbero le Società Cinesi oltre alle piccole e medie
aziende italiane (non dovendo queste subire i costi lievitati
degli intermediari sulle merci africane) nonché le grandi e
piccole o medie imprese africane il cui sviluppo imprenditoriale
è bloccato dalle multinazionali cinesi ed europee ( francesi)
che controllano il mercato di tutte le merci e prodotti africani
agricoli e minerari. Si potrebbero realizzare società o meglio
ancora "jont-venture" tra l’azienda americana o italiana di
trasformazione che opera nell'area del Punto Franco ed il
proprietario africano delle piantagioni di cotone,caffé, cacao,
tabacco, arachidi, legno, frutta tropicale, o di miniere,
essendo le concessioni di proprietà agricole o minerarie
rilasciate di solito ai cittadini africani consentendo la
commercializzazione dei prodotti a “jont-venture” o società
anche con soci non africani. Senza l'attuazione del Punto Franco
si escluderebbe Messina e il suo territorio dalla posizione
leader che assumerebbe grazie al suo Punto Franco perché il
Punto Franco di Trieste sembra non possa far fronte alle
richieste dei Paesi africani che vorrebbero indirizzare le loro
merci verso il Punto Franco di Messina, anche dello stesso
Sudafrica invece di servirsi dei porti del Nord Europa. Con il
punto franco vi sarebbe adibita un'area a "DEPOSITO FRANCO", ove
si concentrerebbe la merce ed i prodotti provenienti dall'estero
liberi da dogana,favorendo la nascita di imprese di
trasformazione, lavorazione, di prodotti e materie prime in
completa libertà da ogni tributo doganale I governi dei paesi
africani, quale contropartita allo stoccaggio di propri prodotti
nel deposito franco di Messina ( cotone,caffè, cacao, legno,
frutta tropicale, legname, alluminio, pelli, etc.)
realizzerebbero deposito franchi in Africa riservati
esclusivamente ai prodotti cinesi! Le società Cinesi
investendo sul punto franco di Messina potrebbero favorire il
primato Cinesi negli interscambi con l’Africa; gli Stati Uniti e
la Francia oggi rispettivamente al primo e al secondo posto
nell’interscambio coi paesi africani mentre attualmente la Cina
è al terzo posto avendo superato la Gran Bretagna.
Consolidando i legami economici euro-afro-cinesi si fortificano
anche quelli politici. Da considerare che il porto di
Messina potrà sostenere il peso di un traffico mercantile
commerciale immenso, mediante l’ampliamento dell’aerea portuale
di Messina con la concessione all’Ente Porto da parte del comune
di San Filippo del Mela di un’area vasta di circa 2 milioni
metri quadrati. Bisogna però riconoscere che l'area che la
legge 191 del 1951 destina al Punto Franco nella zona falcata
del porto di Messina, è appena 144 mila metri quadrati,
assolutamente insufficienti per tali ambizioni.Ma Trieste ci
ricorda che può essere inglobata al punto franco dell’area anche
lontana dalla zona portuale. L'occasione è stata già colta dal
Comune di San Filippo del Mela che ha già deliberato di
destinare all'ampliamento dell’area del Punto Franco di Messina
due milioni di metri quadrati, con affaccio al mare dove è stata
già finanziata la costruzione di un grande molo per l'attracco
di navi porta container. Il Comune di S.Filippo del Mela ha
avanzato tale offerta durante la riunione interministeriale del
27 Maggio 2004 tenutasi presso la Presidenza del Consiglio.L’ampliamento
della "zona franca" grazie ai due milioni di metri quadrati con
affaccio del mare di S.Filippo del Mela dovrà coinvolgere
Milazzo e Barcellona, in relazione anche all'ipotesi di raccordo
con il traffico container's di Gioia Tauro. La legge n. 191
del 15/03/1951, istitutiva del PUNTO FRANCO di Messina, all'articolo
3 così recita:"............NELL'AREA DEL PUNTO FRANCO SI
POTRANNO COMPIERE IN COMPLETA LIBERTÀ DI OGNI VINCOLO DOGANALE
TUTTE LE OPERAZIONI INERENTI ALLO SBARCO, SBARCO E TRASBORDO DI
MATERIALI O DI MERCI - AL LORO -DEPOSITO – ED ALLA LORO
CONTRATTAZIONE MANIPOLAZIONE E TRASFORMAZIONE ANCHE DI CARATTERE
INDUSTRIALE............"
I punti
franchi avvantaggiano le aziende di trasformazione di prodotti
sgravati da tariffa doganale per la merce destinata ai mercati
esteri oltre a quelli interni; imprenditori per la confezione e
commercializzazione dei prodotti in "deposito franco" in quanto
la merce alleggerita del "costo" dogana all'origine, diviene
competitiva rendendo aree di mercato lontane promuovere, in
regime di joint-venture, interessanti rapporti con Paesi che
dispongono di eccezionali risorse inutilizzate come i Paesi
dell'Africa dell’Asia e della stessa Europa.
La legge
istitutiva n. 191 del 15/03/1951 ne indica l’ubicazione :"............1.
E' istituito nel porto di Messina un «punto franco». Esso
comprende le aree della zona falcata della superficie di circa
metri quadrati 144.000,delimitata verso mare dal ciglio delle
banchine del porto e verso terra da una linea che ha per origine
l'angolo nord-est della darsena di levante a metri 20 dal muro
di cinta della zona di pertinenza della marina militare
denominata «Difesa militare marittima», segue una curva di
raggio di metri 100 e dello sviluppo di metri 178,35, indi un
rettifilo lungo metri 143,20 . parallelo e distante metri" 72
dal primo tratto," verso .ovest, del muro di cinta del deposito
della C.I.P., poscia una curva di raggio di metri 321,27 e
sviluppo metri 156,36, segue un rettifilo lungo metri 136 e poi,
piegando ad angolo retto verso ovest per una lunghezza di metri
20 e successivamente ad angolo retto verso sud, segue un
rettifilo lungo metri 423. Dall' estremo sud di detto rettifilo
la linea segue il ciglio interno della progettata strada larga
metri lO, che dalla litoranea porta alla testata Norimberga,
fiancheggiando l'area della calata sud-ovest dello sporgente
Norimberga destinata alla costruzione dei silos di carbone delle
ferrovie dello Stato............". la legge 15 marzo 1951,n.
191,che istitutiva un Punto Franco nel porto di Messina,è da
ritenersi tuttora vigente,anche se con alcune necessarie
precisazioni. Per extraterritorialità doganale non significa il
venir meno del1' ordinamento doganale dello Stato del territorio
franco, ma soltanto che quest’ultimo, pur di fatto ubicato entro
il territorio doganale, agli effetti dell' imposizione
tributaria è considerato fuori della linea doganale ed è così
escluso al regime doganale ordinario, per essere disciplinato da
un regime speciale,che sostanzialmente consente di introdurre,
depositare e, a volte, di manipolare, trasformare e consumare le
merci estere nella zona franca in esenzione da tributi e
formalità doganali. PER I PUNTI FRANCHI (ANCHE SE NON ATTUATI
COME QUELLO DI MESSINA) .GIÀ PREVISTI DALLE PREDETTE LEGGI,
PREVIGENTI AL TESTO UNICO DEL 1973, MANTENGONO VIGORE QUELLE
DISPOSIZIONI DELLE LEGGI ISTITUTIVE CHE NON CONTRASTANO CON LA
NUOVA NORMATIVA COMUNITARIA E NAZIONALE FONTE DI INFORMAZIONE
COME LA LEGGE ISTITUTIVA DEL PUNTO FRANCO DI MESSINA!
La Regione
Siciliana, con decreto presidenziale n. 270/A il 10 novembre del
1955 istituisce l'Ente Autonomo Portuale di Messina per
"l'amministrazione e la gestione del Punto Franco del porto di
Messina". Ma dopo ciò il nulla per inerzia della classe
dirigente!Negli anni recenti vi era la convinzione che, non
essendo stata attuata per così lungo tempo, la legge istitutiva
del punto franco di Messina doveva ritenersi tacitamente
abrogata ma il parere degli Uffici Legislativi del Senato della
Repubblica e della Camera dei Deputati e cioè che la legge n.
191 del 1951, anche se non ancora attuata, è da considerarsi
ancora in vigore perché mai abrogata da una legge (in altre
parole non esiste un’abrogazione tacita delle leggi perchè una
legge può essere abrogata solo da una legge successiva).
Si attende
l’emanazione del decreto di attuazione del Ministro della
Economia, come previsto dall'articolo 2 della legge istitutiva,
essendo già destinati all’ampliamento del Punto Franco di
Messina 2 milioni di mq. del suo territorio del Comune di San
Filippo del Mela; e la redazione ed emanazione del Regolamento,
successiva al Decreto di attuazione.
Avvocato Marco Marino
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